7 buone pratiche per una corretta applicazione di Acelepryn

Le larve dei coleotteri in genere, e quelle della Popillia japonica e del maggiolino (Melolontha melolontha) in particolare, rappresentano una delle principali avversità che colpiscono i tappeti erbosi. In questo articolo scopriremo quali sono le buone pratiche da seguire per controllare le larve dei coleotteri con successo. Le seguenti raccomandazioni sono basate sui risultati di prove di campo e sulle informazioni acquisite tramite attività di ricerca e sviluppo.

Buona pratica #1: Applicare preventivamente

Acelepryn #1

Acelepryn è attivo principalmente su larve di prima e seconda età. Le larve più adulte non vengono controllate in maniera ottimale.

Rispettare questo primo punto è un elemento fondamentale per la buona riuscita dell’applicazione. Trattamenti tardivi su larve adulte hanno spesso risultati non soddisfacenti. Le larve di prima e seconda età risultano infatti più sensibili ai trattamenti e la lora capacità di reazione all’azione insetticida del prodotto è minore rispetto alle larve di maggiore età.

Buona pratica #2: Applicare  appena prima o in concomitanza con il picco di volo

Il picco di volo dei coleotteri,  P. japonica inclusa, coincide con il picco di ovideposizione. Dopo circa due settimane dall’ovideposizione avviene la schiusa delle uova. Per ottenere un efficace controllo delle larve dannose è importante applicare il prodotto anticipatamente, affinché questo abbia il tempo di raggiungere la zona in cui le larve si alimentano.

È molto importante quindi monitorare il picco di volo degli adulti, che, nel caso della P.japonica, ad esempio, generalmente avviene tra fine maggio e inizio giugno, ma che può subire variazioni tra le diverse annate.

Buona pratica #3: Sfalciare prima dell’applicazione

Sfalciare il prato prima dell’applicazione ci permette innanzitutto di far arrivare meglio il prodotto sul target e ci consente di evitare di sfalciare subito dopo l’applicazione: questo, infatti, porterebbe ad una rimozione del prodotto prima ancora che abbia espletato la sua azione.

Buona pratica #4: Utilizzare la dose di 0.6 l/ha, un volume d’acqua di 500 l/ha e l’ugello appropriato

Innanzitutto, è sempre buona norma controllare il corretto funzionamento dell’irroratrice ed eseguire una calibrazione. In questo modo saremo in grado di somministrare la giusta dose per la giusta unità di superfice.

Il target dell’applicazione sono le larve nel terreno, quindi si dovranno preferire degli ugelli che assicurino la formazione di gocce più grandi che penetreranno più efficacemente la vegetazione raggiungendo la zona in cui le larve si alimentano.

Buona pratica #5: Assicurarsi che il profilo del suolo non sia idrofobico. Utilizzare un agente bagnante

Sulla superficie da trattare è spesso presente una notevole quantità di materia organica o insistono zone idrofobiche. L’utilizzo di un agente bagnante permette di ridurre l’impatto negativo di questi fenomeni e, allo stesso tempo, garantisce una migliore copertura della superficie.

Buona pratica #6: Mantenere il tappeto erboso irrigato in modo da attrarre le larve in prossimità della superficie

Questa pratica, ove possibile, ci permetterà di mantenere le larve in superficie, in prossimità dell’interfaccia suolo-colletto, dove la quantità di prodotto è maggiore. Infatti, in tappeti erbosi non adeguatamente irrigati, le larve tenderanno a migrare verso gli strati più profondi del suolo, risultando meno esposte all’azione insetticida.

Buona pratica #7: Ritardare gli sfalci il più a lungo possibile

Successivamente all’applicazione del prodotto si raccomanda di eseguire un’irrigazione, al fine di agevolare il movimento del prodotto verso la zona del tappeto erboso in cui le larve si alimentano e di ritardare il più a lungo possibile gli sfalci dopo l’applicazione, in modo da evitare di rimuovere il prodotto distribuito con l’asportazione della porzione tagliata.

Spero che queste semplici linee guida vi siano utili e possano esservi di aiuto nell’impostazione delle strategie di difesa dei tappeti erbosi dalle larve dannose.

 

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