Prima di affrontare in dettaglio la gestione delle alte temperature, è bene ricordare brevemente quali sono gli effetti che un eccesso di luce può indurre sul tappeto erboso.
L’assorbimento di CO2, ovvero il parametro che determina l’attività fotosintetica di una pianta, non aumenta in maniera lineare con l’aumentare dell’intensità luminosa. Oltre certi livelli di intensità luminosa, infatti, la quantità di CO2 assorbita dalla pianta non aumenta ulteriormente, e il surplus di luce può provocare danni alla pianta anziché contribuire alla produzione di zuccheri. In situazioni nelle quali, oltre allo stress da eccesso di luce, coesistono altre condizioni sfavorevoli causate ad esempio da fenomeni atmosferici o da errate pratiche agronomiche, l’inibizione da intensità luminosa viene raggiunta più velocemente. La produzione di zuccheri è quindi rallentata e ulteriori apporti di luce causano danni al tappeto erboso.
Quando l’intensità luminosa rappresenta un fattore limitante, Ryder, pigmento verde altamente concentrato e stabile, rappresenta lo strumento ideale per ridurne gli effetti negativi. La protezione del tappeto erboso da un’eccessiva intensità luminosa contribuisce significativamente al mantenimento di un manto erboso in buona salute e alla mitigazione di altri stress che potrebbero avere un impatto ancor più significativo sulla qualità del tappeto erboso, come appunto le alte temperature.
Avendo visto come la luce giochi un ruolo fondamentale nell’intensificare i danni derivanti da stress da alte temperature, vediamo di seguito alcune semplici raccomandazioni da seguire per affrontare periodi di temperature estreme e garantire il minore impatto possibile sulla qualità del tappeto erboso:
- Assicurarsi che il tappeto erboso si trovi nelle migliori condizioni di salute all’approssimarsi di un periodo di alte temperature.
- Assicurarsi che il livello di umidità sia ottimale evitando sia la carenza di acqua ma anche l’eccesso, il quale potrebbe favorire l’insorgenza di patologie fungine.
- Limitare la frequenza e l’altezza di sfalcio per quanto possibile.
- Evitare pratiche colturali che potrebbero arrecare ulteriore stress al tappeto erboso, ad esempio l’arieggiatura (o verti-cutting) e la sabbiatura (top-dressing).
- Monitorare e individuare precocemente le infezioni di antracnosi, patogeno che riesce ad attaccare con maggior successo le piante debilitate a causa di condizioni di stress.
- Assicurare le migliori condizioni nutritive con particolare attenzione alla quantità di azoto.
- Dedicare tempo e attenzione alla gestione dell’irrigazione. Seppur questa raccomandazione possa sembrare scontata, in realtà somministrare la giusta quantità d’acqua non è un compito facile: l’obiettivo è quello di mantenere costantemente il prato nel giusto range di umidità e, allo stesso tempo, abbassare la temperatura del manto erboso facendo attenzione a non causare uno shock termico.
- Eseguire le lavorazioni nelle ore più fresche della giornata, per quanto possibile, quando i livelli di stress sono più bassi.
- Utilizzare Ryder per gestire l’eccesso di luce associato alle alte temperature.
- Utilizzare Hicure in modo da fornire alla pianta una fonte aggiuntiva di amminoacidi. In condizioni di stress, infatti, la produzione endogena di amminoacidi della pianta non è sufficiente a soddisfare le richieste per le normali funzioni fisiologiche e, in aggiunta, per contrastare le condizioni di stress.
Queste semplici raccomandazioni costituiscono una “checklist” a supporto delle attività di gestione del tappeto erboso. Le azioni da intraprendere non riguardano solo il breve termine, cioè il periodo durante il quale le condizioni di stress hanno maggiore possibilità di verificarsi, ma esse abbracciano un periodo più ampio in funzione delle pratiche colturali di medio e lungo termine da mettere in atto.